Decodificando…

‘E se tu leggi le mie parole, ed io leggo le tue, non è forse questo uno scambio intimo, una relazione nascosta e segreta, un tempo mio e tuo che possiamo allora chiamare ‘nostro’, una parola e un silenzio che insieme delineano lo spazio prezioso della condivisione? Quanto dovrò aspettare perché tu decida di parlarmi, perché tu smetta di abbassare gli occhi quando mi guardi, perché tu riconosca che qualcosa di assopito ha ripreso a bruciare e che quel fuoco sono stato io ad accenderlo? E se pensi che non sia capace di interpretare i tuoi sguardi, e se pensi che quando ti appropri delle parole di un altro e me ne fai dono io non capisca che quelle parole potrebbero essere le tue, e quei pensieri sono silenziosamente dedicati all’idea di noi, allora, amore mio, mi sottovaluti. Sottovaluti la mia a volte scarsa capacità intuitiva, la mia vena sensibile, la mia natura attenta ai dettagli, attenta al mare, attenta ai colori degli archi naturali che intagliano le pietre bianche di queste terre solitarie. Sono stanco di ignorarti, o di sperimentarne un tentativo poco convincente che tu, di certo, avrai compreso. Sono stanco di essere ignorato, di essere preso in giro. E non voglio che tu prenda in giro te stessa. Conosco già l’elenco di mille ragioni che addurresti a sostenere la tesi del nostro allontanamento, ma non posso comprenderne neanche una fin nel profondo. Perché sappi, fin nel profondo, appunto, che ogni battaglia è valida per il sentimento, e ogni guerra è lecita per l’Amore. Se pensi a me, quando hai davanti un cielo particolarmente terso o il paesaggio che io amerei vedere coi tuoi occhi; se, la notte, rientrata a casa, ti domandi se sono anch’io a letto a chiedermi se a letto ci sei anche tu; se, pensando a domani, non puoi trattenerti dal vedermi accanto a te, parte della tua vita e del tuo mondo che così bene pensi io conosca o certamente meglio di chiunque altro; se quando sono lontano l’aria ti manca come nei giorni afosi d’estate e, a non vedermi, ti senti snaturata della tua stessa essenza, e a non sentirmi ti senti priva del tuo essere semplicemente te stessa, allora, permettimi di dirtelo, ci sono buone probabilità che tu ami questo tizio sconclusionato e farneticante almeno un quarto di quanto lui, credimi, ama te, senza riserve, senza perdono.’

 

P. Roth                     

 

 

4 comments

  1. °ναℓєяια° · agosto 11, 2008

    Mamma mia Annina, quanto è bello questo scritto…così intenso, anche se \’delicate\’ come la canzone, anche quella a dir poco stupenda. L\’ho letto con questo bellissimo sottofondo e mi son commossa. Riassume tutto. Spero cmq che tu stia meglio.
    Baci baci.
    TVTB

  2. Anna · agosto 13, 2008

    Philip Roth sarebbe fiero di aver scritto una pagina come questa…peccato che la firma non sia la sua (…) 
    Hai un dono prezioso e ancora non hai capito quanto sei speciale.

  3. Λℓвα · agosto 20, 2008

    A dir poco divino… Non so perchè ma quando scrivi tu un verso o me lo leggi, il significato cambia… hai la capacità di far venire a galla il senso più nascosto di una qualsiasi frase, parola, lettera… Brava sorellona! Sono fiera di te!

  4. Anna · settembre 5, 2008

    "I segni delle tue mani li ho impressi su tutto il corpo. La tua carne è la mia carne.Mi hai decifrato e adesso sono un libro aperto.
    Il messaggio è semplice: il mio amore per te."Se qualcuno desidera conoscere la tua storia, mandalo da me…è ancora ben leggbile sul mio corpo.

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